Sunday, September 19, 2004

Ricordando il Kerala

E' una sensazione strana questa.
Perchè il ricordo è basato su poche ore di viaggio in treno lungo un tratto di costa.
Eravamo partiti la sera prima da Bangalore. Mauro mi svegliò alle cinque di mattina convinto di essere già arrivato, ma mancavano ancora ben dodici ore di viaggio!
Io mi sono riappisolata sulle sue ginocchia fino a quando il vagone si è riempito e i rumori non mi hanno più fatto dormire.

Dapprima tutto mi parve normale. Poi, dopo la sosta a Cochin .....
Bagliori, sprazzi di luce e di verde smeraldino. Il sole, luccichio dorato tra le palme. E poi le lagune, i canali, i terrapieni.
E' come la favola che abbiamo immaginato tutti da bambini: un magico mondo dove la natura ti avvolge e ti abbraccia e non ti spaventa con rumori, animali feroci, boschi tetri, persone cattive.
Io non ero più sul Trivandrum-Express.
Guardavo fuori dal finestrino e volavo. Ogni capanna era la mia capanna; ogni villaggio il luogo dove ero cresciuta; ogni saree colorato in mezzo al verde lo indossavo io.
L'uomo che ora vedevo attraversare la risaia era mio padre. Sì, era lui!
Ma il treno si muove rapidamente e lui è già scomparso.
Di nuovo costeggiamo un canale e poi, incredibile ma vero, scorgo fra le palme una "cinquecento"!

Che posto strano l'India!
P.S. - presto questo ricordo lontano (lo scrissi nel '92) potrà essere confrontato con uno più fresco: sarà ancora veritiero?